Il tasso di dispersione scolastica in Italia ha ripreso a crescere dopo anni di riduzione ed evidenzia livelli più alti nelle regioni più povere del Mezzogiorno”. Lo segnala l’Oxfam in un report pubblicato ieri. Il dossier mette in luce anche come nei Paesi più ricchi del Mondo solo il 75% dei ragazzi nati in famiglie con reddito basso termina le superiori contro il 90% dei figli delle famiglie più ricche.
L’Italia
Nel Belpaese, riprendendo gli ultimi dati Eurostat, il rapporto evidenzia come l’abbandono precoce degli studi in Italia sia aumentato nell’anno scolastico 2017/2018, con il 14,5% dei ragazzi tra 15 e i 24 anni in possesso della sola licenza media. Un dato in crescita dello 0,7% su media nazionale rispetto all’anno precedente, con una forbice che va da un tasso di dispersione dell’11,7% nel Nord-Ovest al 18,5% nel Sud del Paese, e che porta l’Italia a essere il quarto Paese per abbandoni precoci in Europa, dopo Malta, Spagna e Romania, ben al di sopra della media europea del 10%. A fronte di tale emergenza, l’Italia è da alcuni anni un Paese con uno dei più bassi investimenti in istruzione in rapporto al Pil: secondo il rapporto Asvis 2018, l’Italia investe appena il 4% del Pil in educazione rispetto alla media europea del 4,9% e, in termini di quota sulla spesa pubblica, l’Italia è passata dal 9,1% del 2008 al 7,9% del 2015, a fronte di valori del 9,6% della Germania e della Francia e del 9,3% della Spagna. Di qui un appello al nuovo Governo per la riduzione degli abbandoni precoci. “È fondamentale che il nuovo Governo ponga al centro della propria azione maggiori e più efficaci investimenti nell’istruzione pubblica con l’obiettivo di contrastare la dispersione scolastica e la povertà educativa, le disuguaglianze tra regioni ricche e povere, includendo un sempre più alto numero di ragazzi che sono tagliati fuori”.