La ricerca svolta dal sociologo Marzio Barbaglia, docente all’Università di Bologna, viene a sostegno della comunità romena in Italia. Il libro “Immigrazione e sicurezza” (“Il Mulino” Bologna) uscito la settimana scorsa, porta alcuni dati e spiegazioni interessanti sugli immigranti e i reati. Nel libro vengono presentate tre problematiche di attualità: la legge Bossi-Fini ed i suoi effetti (è stata un fallimento oppure è la miglior legge sull’immigrazione, come ha affermato il ministro Castelli in una trasmisione televisiva a maggio); l’allargamento della UE verso l’est Europa, in particolar modo dopo l’ingresso della Romania; il meccanismo delle espulsioni nei confronti degli stranieri che commettono reati.
Nel suo libro, il docente “condanna” tutto il mondo politico italiano per il comportamento avuto in relazione all’omicidio di Giovanna Reggiani il 30 ottobre 2007 per mano di un cittadino romeno. I politici di destra e sinistra attribuirono la responsabilità del delitto all’ingresso della Romania nella UE avvenuto il 1 gennaio 2007, reazione considerata “un abbaglio collettivo” da parte del sociologo. La sua spiegazione: “Tutti allora si dimenticarono che 5 anni prima ci fu un cambiamento di norme che ebbe sul flusso migratorio un’influenza maggiore. E’ il regolamento UE del 15 marzo 2001 che abolì per 43 Paesi, fra cui Romania e Bulgaria, l’obbligo di visto d’ingresso per soggiorni di durata inferiore a 3 mesi.” In più, tra i cittadini romeni entrati in quel momento, 140.000 approfittarono dalla sanatoria prevista dalla legge Bossi-Fini. Un altro dato interessante è che i delitti commessi dai romeni nel 2007 erano gli stessi dell’anno precedente, senza nessun aumento.
Di conseguenza, è o è mai stata veramente un’emergenza romeni in Italia, oppure è soltanto una strumentalizzazione dei mezzi di comunicazione a favore dei politici, per spostare l’attenzione delle persone dai veri problemi del paese?
(fonti: La repubblica del 09.10.2008 e ibs.it )