Più mediatori linguistico-culturali nelle corsie, per rompere i muri tra dottori e pazienti che arrivano dai quattro angoli del mondo.
È quanto prevede il progetto ‘per la promozione dell’accesso della popolazione immigrata ai servizi sociosanitari e lo sviluppo delle attivita’ di informazione ed orientamento socio-sanitario nelle Asl italiane’, presentato sabato scorso a Roma. Verrà realizzato dall’ Istituto Nazionale per la Salute, i Migranti e la Povertà, in convenzione con il ministero del Welfare e presentato oggi a Roma.
Si parte con 80 mediatori chiamati ad impegnarsi in attività di informazione e orientamento socio-sanitario per gli immigrati che arrivano nelle strutture pubbliche di tutta Italia. Verranno formati per 18 mesi con 200 ore in aula e 200 sul campo, in una quarantina di Asl.
“Una grande sfida”, secondo il direttore generale dell’Inmp, Aldo Morrone che giudica importanti iniziative di questo tipo, in un momento in cui “per la crisi economica, le fasce a rischio di marginalità aumentano”. Per il sottosegretario alla Salute Eugenia Roccella si va così nella direzione della ricerca di un “modello italiano” per la gestione dell’immigrazione, “che con si può risolvere solo con le leggi”.
L’Istat ha di recente sottolineato come gli immigrati hanno complessivamente condizioni di salute migliori rispetto agli italiani, una dato dovuto anche al fatto che in media sono più giovani. Praticano però poca prevenzione, specialmente per fumo e sovrappeso. (Stranieri in Italia – Roma, 22 dicembre 2008).
Ciao Cristina! A proposito di questo post, volevo dirti che alcuni volontari dell’associazione “Italia Romania Futuro Insieme” http://www.irfionlus.org fanno volontariato presso il Poliambulatorio Caritas di Via Luzzati. Ci vengono fatte diverse richieste per pazienti romeni anche da altri ospedali e non sempre riusciamo ad aiutarli. Mi piacerebbe conoscerla…chiassà che non troviamo un modo per collaborare.
Complimenti per il blog!
S.